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  • Immagine del redattoreSabrina Cerri

Comunicazioni PEC e solleciti di pagamento falsi - Prestare la massima attenzione

Recentemente si sono verificati nuovamente diversi casi di solleciti di pagamento e di comunicazioni PEC falsi in tutta Italia. Molte aziende iscritte nel Registro delle imprese ricevono fatture via mail da enti dal nome apparentemente ufficiale. La Camera di commercio consiglia di prestare la massima attenzione.


Spesso il testo è formulato in modo tale da trarre in inganno , spesso l'allegato è davvero una PEC e sembra provenire da un riscossore dei crediti reale!

A una rapida lettura pare infatti che si tratti di un sollecito di versamento REALE o sollecito di versamento di altri diritti dovuti ad Aziende realmente esistenti e che conoscete!

Fate però attenzione ad altre cose :

  1. IBAN è il solito che utlizzate per quel Fornitore ?

  2. Il mittente è consociuto ? Chiamate il Vostro fornitore solito e chiedete se ha incaricato un riscossore per il recupero dei crediti! Vi dirà che non è così !

  3. La lettera di sollecito vi sembra strana ? E' scritta pefettamente MA qualcosa non vi sembra "quadrare" ? Concedetevi del tempo per leggere e rileggere ( almeno 1/2 minuti servono infatti al nostro cervello per rilevare i falsi ) troverete di sicuro qualcosa che non corrisponde alla verità.

Numerose imprese stanno ricevendo e-mail fasulle con solleciti di pagamenti apparentemente obbligatori uniti a fatture che sembrano emesse da autorità ufficiali e comunicazioni PEC con allegati infetti.

Vengono mandati via mail alle aziende unitamente alla richiesta di pagamento di una fattura o di un sollecito che è molto simile a quelle reali emesse da Azinede realmente esistenti , conosciute o meno dal Cliente .Simili ad un sollecito di pagamento ufficale hanno IBAN iataliani realmente esistenti !

Si tratta tuttavia di fatture/solleciti falsi che non vanno assolutamente pagati.


Sono stati inoltre segnalati casi di comunicazioni false tramite posta elettronica certificata con caratteristiche simili alle e-mail inviate dall’Agenzia delle entrate. L’oggetto, infatti, assomiglia al formato utilizzato per le classiche comunicazioni dell’Agenzia delle entrate. I messaggi includono in allegato un file in formato zip con un documento pdf non valido e un file vbs che, se lanciato, scarica sul computer un software dannoso. Anche in questo caso si consiglia di prestare la massima attenzione e si raccomanda a chi riceve queste PEC di cestinarle senza aprire gli allegati.

Le mail attualmente in circolazione vanno oltre la pratica commerciale ingannevole e sono al limite della truffa.

Non vengono inviate su incarico di un’autorità pubblica, e non sussiste alcun obbligo di pagare gli importi richiesti. Le attività commerciali ingannevoli di questo tipo non sono rare: ovunque in Italia è possibile avere accesso ai dati delle aziende iscritte al Registro delle imprese o ad altre banche dati pubbliche. Le imprese vengono invitate sistematicamente a versare un corrispettivo per l’iscrizione dei propri dati in qualche banca dati privata o in un registro marchi non ufficiale.


Telefonate SEMPRE prima di fare un bonifico e chiedete conferma dell'IBAN !!

Gli imprenditori e imprenditrici possono far presente eventuali attività commerciali o azioni pubblicitarie ingannevoli all’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato. La segnalazione può essere effettuata online sul sito www.agcm.it oppure al numero verde 800 166 661.


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